giovedì 3 ottobre 2013

Un inizio

L'inizio è un momento unico, straordinario e irripetibile. Di seguito riporto le immortali parole di Italo Calvino, scrittore che più di tutti ha percepito la responsabilità mistica dell'incominciare, del lasciarsi racchiudere e rinchiudere in una identità precisa e connotante, da cui non si può non prescindere. Insomma la «libertà di cominciare» è una libertà «che si può usare una sola volta nella vita».


«Cominciare una conferenza, anzi un ciclo di conferenze, è un momento cruciale, come cominciare a scrivere un romanzo. E questo è il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare. 
Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo - quello che per ognuno di noi è il mondo, una somma di informazioni, di esperienze, di valori - il mondo dato in blocco, senza un prima né un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità implicita; e noi vogliamo estrarre da questo mondo un discorso, un racconto, un sentimento: o forse più esattamente vogliamo compiere un'operazione che ci permetta di situarci in questo mondo.  
Ogni volta l'inizio è questo momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore l'allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la singola storia che ha deciso di raccontare questa sera; per il poeta l'allontanare da sé un sentimento del mondo indifferenziato per isolare e connettere un accordo di parole in coincidenza con una sensazione o un pensiero».

I. Calvino, Lezioni americane, Milano, Oscar Mondadori, 1993, pp.123-124.


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